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Sito n. Descrizione Località file PDF
71 Fucine di Villagrande Auronzo  
Archeologia Industriale (AI) (vedi scheda n. 10)  
Le fucine Pais Golin e Vecellio Del Frate e loro localizzazioni. Fonte: S. De Vecchi, Lavorare il ferro in provincia di Belluno, materiale di studio inedito, Museo del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, Cesiomaggiore

 


  • Dati identificativi
  • Struttura edilizia
  • Architettura interna
  • Stato di conservazione
  • Riferimenti
  • Descrizione

Nome dell’opera/ manufatto

Fucine a Villagrande: fucina Pais Golin e fucina Vecellio Del Frate sul Rio Pondarin

Tipo edilizio:

Opificio idraulico, fucina

Localizzazione (Comune, Prov):

Località Pais (Villagrande), Auronzo di Cadore, BL, Italia

Coordinate GIS:

Coordinate (tipologia Gauss Boaga): X: 1763306 - Y: 5161523

Anno di realizzazione:

Probabilmente esistenti da inizio ‘800

Progettista:

Anonimo/Sconosciuto

Committenza:

Probabilmente fin dall’ inizio proprietà delle famiglie Pais (Gabriel) e Vecellio Del Frate

Destinazione originaria:

Opifici per la lavorazione del ferro

Destinazione attuale:

In disuso

Accessibilità:

Entrambe accessibili. Poste in località Villagrande, la prima in Via Ajarnola al civico 36, la seconda in Via Monti.

Contatto per la visita:

Per le visite contattare le famiglie Pais Golin, per il primo sito, e Giovanni e Angelo Da Col per il secondo.
Per maggiori informazioni rivolgersi a:
Azienda di Promozione Turistica, Auronzo di Cadore, Loc. Villagrande, Via Roma 10, 0435 9359, auronzo@infodolomiti.it, www.infodolomiti.it. Apertura dal Lunedì al Sabato dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18.30; Domenica dalle 9.00 alle 12.30 - Chiuso 25 dicembre, 1 gennaio, 1 maggio e Pasqua.

Pianta

Semplice, irregolare (Pais Golin); regolare, rettangolare (Vecellio DF)

Tecnica Muraria

Edificio con muratura perimetrale in pietra intonacata (Pais Golin); pareti in muratura intonacata con tamponamenti in legno a livello del sottotetto (Vecellio DF).

Solai

Solai in legno (Pais Golin); solai in legno (Vecellio DF).

Coperture

Tetto a falde inclinate, a padiglione, con manto di copertura costituito da pezzi di lamiera (Pais Golin); impalcato in legno, tetto a falde inclinate a capanna, con manto di copertura in lamiera (Vecellio DF).

Pavimenti

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Scale

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Arredi interni

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Decorazioni

Affresco di meridiana (Pais Golin)

Stato attuale:

L’edificio si trova nel complesso in un mediocre stato di conservazione, pessimo per quanto riguarda il manto di copertura. Sul prospetto sud vi è un affresco raffigurante una meridiana; sul lato ovest dell’ edificio ci sono due poggioli in legno, mentre lungo il lato dove un tempo vi erano le ruote, oggi vi è una tettoia in legno, e la roggia lignea è stata sostituita con una condotta seminterrata in cemento (Pais Gloin); fabbricato dalle dimensioni ridotte e costruito con materiali tipici della zona, ha mantenuto le caratteristiche architettoniche originarie, differente è l’intonacatura, originariamente infatti le pietre erano faccia a vista (Vecellio DF).

Restauri e compromissioni
significative:

Nessuna

Categoria/parole chiave

Opifici idraulici (fucine)

Fonti:

Inedite/Edite

Archivi:

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Bibliografia:

S. De Vecchi, Lavorare il ferro in provincia di Belluno, materiale di studio inedito presso il Museo del Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, Cesiomaggiore
http://alexauronzo.altervista.org/mulini/muliniindex.htm

Descrizione dell’opera/
sito/manufatto

A Villagrande di Auronzo, in località Pais, lungo la roggia derivata dal Rio Pondarin si svilupparono varie attività, tra cui la fucina da fabbro, acquistata il 20 luglio 1860 da Andrea Pais Golin fu Bortolo. Dall’ atto di compravendita risulta che l’ edificio apparteneva a Maria Antonia Rizzardi, vedova Gabriele Pais Gabriel, ed era gestito come officina fabbrile dal marito. Nel 1885 la fucina di Andrea Pais Golin pasò in eredità al nipote Antonio che esercitava il lavoro di fabbro saltuariamente. Fu lui che nel 1923 presentò al Genio Civile di Belluno, la domanda di derivazione dell’ acqua dal Rio Pondarin, per azionare “…una ruota destinata al maglio ed alla mola ed una pel soffietto…”. Successivamente il figlio di Antonio, Luigi Pais Golin, che si era specializzato come fabbro in Tirolo, rilevò l’ attività del padre, lavorandovi fino al 1941, anno della sua morte. In seguito l’ officina fu affittata prima a Berti di Laggio, che vi lavorò per un breve periodo, fino al 1945 e poi ad Angelo Zandegiacomo Del Bel che vi lavorò assieme ad Emilio Pais Golin, figlio di Luigi dal 1947 al 1955, anno in cui venne definitivamente chiusa l’ attività, in quanto non c’ erano più molti cavalli da ferrare e la sola produzione di chiodi e attrezzi agricoli non era più sufficiente quale unica fonte di sostentamento. Nel 1966, anno dell’ alluvione, venne accolta dal Genio Civile di Belluno la rinuncia alla derivazione, pur scadendo nel 1977, come risulta dalla domanda di rinnovo presentata nel 1947 su progetto del geometra A. Larese.
Sopra l’ officina vi era l’ abitazione, che venne acquistata da Eliseo Bombassei De Bona, al suo ritorno dagli Stati Uniti dov’ era emigrato come boscaiolo in Pennsylvania. Sul lato est vi erano due ruote idrauliche, che per mezzo di un salto di 4 metri, producevano una potenza pari a 4,85 HP in gradi di azionare il maglio, la mola e il mantice.
Sempre sulla roggia derivata dal Rio Pondarin, oltre a mulini, segherie e tintorie vi era un'altra fucina da fabbro, quella di Osvaldo Vecellio Del Frate. Venne costruita agli inizi del ‘900 su una preesistenza molto probabilmente appartenuta al padre di Osvaldo. Il canale di derivazione in legno, azionava due ruote: una serviva per il maglio mente l’ altra per il “soffietto”. L’ opificio, che era costituito da un unico vano con i muri perimetrali in pietra, ospitava una produzione di chiodi, inferriate, oggetti artistici e ferri da cavallo. La fucina venne chiusa nel 1960 circa, a seguito della morte di Osvaldo. L’ edificio venne acquistato da Dario De Col di Perarolo che faceva il segantino, e i suoi figli, Giovanni ed Angelo la trasformarono in una piccola occhialeria che funzionò per alcuni anni.

Descrizione del contesto
di riferimento:

Il Rio Pondarin era un canale artificiale derivato dal Rio S. Rocco che era molto impetuoso e con una portata d'acqua troppo variabile per poter essere sfruttato.
Dall'alto di via Pais era stata fatta una deviazione che percorreva l'attuale via Monti fino al torrente Ansiei e poi, dagli anni Trenta, fino al lago artificiale. Furono costruite delle condotte di legno che incanalavano l'acqua per darle più forza quando cadeva a cascata sulle pale delle ruote idrauliche. Tra l'Ottocento e la prima metà del Novecento lungo il Rio Pondarin si svilupparono numerose attività artigianali fino a costituire una vera e propria zona industriale che per molto tempo fu fondamentale per l'economia di Auronzo.
Questi erano gli opifici in funzione:
la fucina del fabbro Vecellio Del Monego;
la tintoria della famiglia Pais Gabriel; i tessuti venivano tinti con colori vegetali ricavati da piante e fiori della zona;
la fucina del fabbro Pais Golin, a cui poi subentrò il fabbro Zandegiacomo Riziò;
il mulino pestaorzo di Giovanni di "Padolin";
il mulino di Pais Marden Cesare;
il mulino pestaorzo Bombassei;
la fucina del fabbro Vecellio Del Frate Osvaldo;
la fucina del fabbro Zandegiacomo Cella Eliseo;
il mulino Bombassei Vittor;
un piccolo opificio per la produzione della lana di legno, usata per gli imballaggi;
il mulino Corte Vecchino; in questo punto il Rio Pondarin era incanalato sotto la strada statale;
il mulino Vecellio Del Frate, a valle della strada statale;
la segheria di Monti Rodolfo;
una segheria comunale; secondo alcune testimonianze anche questa segheria era di proprietà di Monti Rodolfo.
I mulini erano privati o comunali.
L'acqua del Pondarin veniva utilizzata anche per gli usi familiari e per il bestiame.
Agli inizi del Novecento furono costruiti l'acquedotto e l'impianto idroelettrico comunale di via Pais e per questo motivo la portata dell'acqua del Rio Pondarin si ridusse notevolmente.
Il Rio Pondarin è oggi completamente interrato.
A questo percorso, che illustra gli opifici sul Rio Pondarin vanno aggiunti quelli sul Rio Ostera, sul Rio Diebba e sul Rio Socosta.

Descrizione altre attrattive
(paesaggi e luoghi d’acqua,
prodotti tipici locali e servizi
turistici aggiuntivi)

Ad Auronzo si trovano diversi esempi di bei lavatoi e fontane (cfr sito 151).
L’intera valle in cui si trova Auronzo è percorsa dal torrente Ansiei per circa 30 km. con undici affluenti. Il lago di Santa Caterina si è formato nel 1930 con lo sbarramento del corso dell’Ansiei in località Cella.
Nel palazzo Corte Metto, è stato recentemente riallestito il Museo della Flora Fauna Mineralogia e Archeologia.

Commenti/note

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Compilatore della scheda

Francesco Antoniol