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Sito n. Descrizione Località file PDF
103 Forre del Torrente Maè Longarone, Forno di Zoldo  
Siti Interesse Naturalistico (SIN) (vedi scheda n. 30)  
   
  Veduta delle Forre del Torrente Maè (Longarone, Forno di Zoldo). Foto: google earth  

  • Dati identificativi
  • Estensione sito
  • Qualità e valori
  • Stato di conservazione
  • Riferimenti
  • Descrizione

Nome del sito/manufatto

Forre del Torrente Maè

Tipo sito:

Il torrente Maè, ha scavato nel corso di moltissimi anni, uno spettacolare alveo nella roccia, nel quale scorrono tumultuose le acque del fiume tra le ripide e alti pareti che lo circondano. Lo scenario che ne risulta è indubbiamente uno spettacolo naturale di primo ordine. Dopo la diga di Pontesei, a monte della frazione di Mezzocanale per chi percorre la strada, il fiume sembra quasi sparire all’interno delle profonde forre. Percorrendo a piedi questi sentieri è possibile scoprire un paesaggio dal grande interesse naturale e geologico. Si trovano qui infatti delle profonde forre che possono essere tranquillamente attraversate su solidi ponti sospesi che garantiscono delle visuali emozionanti. Altre mulattiere conducono fino al corso del torrente dove si possono incontrare innumerevoli piccoli affluenti che si gettano nel Maè. Tra cascatelle e salti d’acqua alternati ad una ricca vegetazione il Maè giunge fino al Piave regalando degli itinerari molto interessanti e adatti a tutti.

Localizzazione (Comune, Prov):

Comuni di  Longarone e di Forno di Zoldo, BL, Italia

Coordinate GIS:

Coordinate (tipologia Gauss Boaga): X: 1748971 - Y: 5132042 

Anno di
realizzazione/istituzione:

Sito geomorfologico di antica formazione

Responsabile per la gestione:

Regione Veneto, Provincia di Belluno

Istituto di riferimento:

Comuni di Longarone, Forno di Zoldo, provincia di Belluno

Destinazione originaria:

Area di pertinenza fluviale del Demanio Idrico

Destinazione attuale:

- Vincolo paesaggistico per la presenza del bosco, e del torrente Maè secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo41/2004 e Decreto Legislativo 18 maggio 2001, n. 277
- Alcune zone del torrente sono a divieto di pesca per riposo e accrescimento biologico

Accessibilità:

Uscendo dall’autostrada A27 a Ponte nelle Alpi, si raggiunge facilmente il centro abitato di Longarone (a poca distanza dal termine dell'autostrada da Venezia), proseguendo lungo la SS51.  La località di Mezzocanale da cui è possibile iniziare il percorso si raggiunge percorrendo la SP251 in direzione Forno di Zoldo.

Contatto per la visita:

Libero accesso.

Superficie

Il percorso da Mezzocanale a Longarone è di circa 8 km

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Qualità delle acque

Dopo lo scadimento qualitativo verificatosi nel 2001 in seguito allo svaso della diga di Pontesei, il torrente Maè sembra essersi perfettamente ripreso. Infatti, sia la classe di qualità biologica media che il numero medio di unità sistematiche rientrano nei range antecedenti lo svaso ma si riavvicinano ai dati dei migliori risultati storici.

Valori ambientali e paesaggistici

Il principale valore di questa zona è sicuramente il grande interesse paesaggistico ed estetico che le forre riescono a dare al territorio. Non va sottovalutata la grande qualità ambientale di quest’area che si trova il vicino al Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e che è circondata da interessanti aree di protezione del network Natura 2000.
Dentro la forra, la rara vegetazione presente è sicuramente interessante perché si tratta di specie igrofile, che sopravvivono con uno scarso irraggiamento solare e che devono adattarsi alla difficile condizione di vita delle ripide pareti, che non offrono neanche punti di appoggio alle radici.
Lungo il corso del Maè si susseguono invece diverse tipologie di habitat forestali, quali boscaglie di carpino nero (Ostrya carpinifolia), faggete termofile, faggete subalpine, boschi di Abete rosso (Picea abies), non è raro incontrare anche Larici (larix decidua) e Pino nero (Pinus nigra).
Avvicinandosi a Longarone si incontrano Peccate subalpine e boschi di Pino silvestre che nei pressi della confluenza diventa una boscaglia a Ontano bianco ed infine la classica vegetazione da greto ghiaioso.
La comunità degli anfibi è ben rappresentata da Rana montana (Rana temporaria), Rospo comune (Bufo bufo), Tritone alpestre (Triturus alpestris).
Tra i rettili: il Marasso (Vipera berus) e la Lucertola vivipara (Zootoca vivipara), Orbettino (Anguis fragilis), Natrice dal collare (Natrix natrix), Lucertola muraiola (Podarcis muralis).
Visitano il sito numerosi uccelli, tra cui il Pigliamosche (Muscicapa striata), il Fringuello (Fringilla coelebs), il Tordo bottaccio (Turdus philomelos), il Crociere (Loxia curvirostra), Lucherino (Carduelis spinus), Pettirosso (Erithacus rubecula), Merlo (Turdus merula), Poiana (Buteo buteo), Rondone (Apus apus), Aquila reale (Aquila chrysaetos).
Nell’area sono molto numerosi i micromammiferi: Toporagno d’acqua (Neomys fodiens), Toporagno acquatico di Miller (Neomys anomalus), Arvicola rossastra (Clethrionomys glareolus), Toporagno comune (Sorex araneus), Toporagno nano (Sorex minutus), Arvicola del Liechtenstein (Micrutus liechtensteini).

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Stato attuale:

Buono

Restauri e compromissioni
significative:

Nessuna

Vulnerabilità:

Assetto idrogeologico, gestione dighe, eccesso di attività sportive e ricreative, discariche illegali.

Categoria/parole chiave

Ambiente torrentizio e ripariale /Ecosistemi acquatici /Forre

Fonti:

Provincia di Belluno "Servizio Caccia e Pesca e Risorse Idriche" / Regione Veneto

Archivi:

Biblioteca Civica di Belluno, Fondazione Angelini centro studi sulla montagna

Bibliografia:

ARPAV, Relazione annuale sulla qualità delle acque Belluno
Piano di assetto territorio Longarone
Sito Bacino Maè,  www.bacino6maepiave.com
Sito Comune di Longarone, www.comune.longarore.bl.it
Sito Comune di Forno a Zoldo, www.comune.forno-di-zoldo.bl.it

Descrizione dell’opera/
sito/manufatto

L’area è caratterizzata principalmente dalla presenza delle forre del Torrente Maè. Le forre sono una struttura geomorfologica composta da stretti canyon dove il torrente ha scavato il suo alveo nella roccia nel corso di un azione erosiva lunga moltissimi anni. Il corso del fiume passa tra due ripidi pareti garantendo uno spettacolo sicuramente interessante.

Descrizione del contesto
di riferimento:

Il territorio è composto essenzialmente da due vallate. La principale è quella che scende dalla Forcella Staulanza (1.773 m s.l.m.) e che è percorsa dal torrente Maè. L'altra valle è quella di Goima che scende dal Passo Duran (1.605 m s.l.m) e che è percorsa dal torrente Mojazza.
La Val di Zoldo occupa il bacino idrografico del torrente Maè, che nasce alle falde del monte Civetta (Val di Pecol), attraversa una successione di terrazzi alluvionali nell'alta e media valle e, dopo aver percorso la stretta forra del Canale si immette nel Piave a La Muda di Longarone. Nella sua discesa verso valle è arricchito da numerosi affluenti. Dopo aver superato il capoluogo, forma il lago di Pontesei, di origine artificiale. Il territorio si trova nella zona alpina interna, propria delle Alpi dolomitiche. Ad eccezione di piccole superfici pianeggianti, il paesaggio è dominato da una successione di cime che originano valli spesso dirupate, dove scorrono corsi d’acqua a regime per lo più permanente. Ricordiamo che alla sinistra del fiume si estendono la zona di protezione speciale (ZPS) Dolomiti del Cadore e del Comelico e il sito di interesse comunitario (SIC) Val Tovanella Bosconero del network di Rete Natura 2000. Sulla destra del torrente invece inizia l’ambito del pre-parco delle Dolomiti Bellunesi. Ci troviamo quindi in un area dalle grandi valenze ambientali e dall’importante funzione di connessione ecologica.

Descrizione altre attrattive
(paesaggi e luoghi d’acqua,
prodotti tipici locali e servizi
turistici aggiuntivi)

I principali comuni dell’area sono Longarone e Forno di Zoldo.
Longarone è un comune di circa 4.100 abitanti della provincia di Belluno, tristemente noto per il disastro del Vajont avvenuto il 9 ottobre 1963.  Forno di Zoldo invece è un comune che si estende sul tratto della Val di Zoldo compreso tra le località Mezzocanale a sudest e Fop  a nordovest. Vi fanno parte inoltre alcune valli laterali, di cui la principale è quella del Cervegana-Mareson che, attraverso il passo Cibiana, mette in comunicazione la Val di Zoldo e il Cadore. In tutta l’area sono presenti interessanti impianti sportivi come il comprensorio sciistico del Civetta che garantisce una copertura di tutti gli sport invernali grazie alle sue innumerevoli piste. Tutto attorno si trovano aree molto famose delle Dolomiti, il Civetta (m.3.220), il monte Pelmo (m.3.168) con il poderoso Pelmetto e i gruppi del Bosconero-Sfornioi (m.2.436) e degli Spitz de Mesdì, alla Val Prampera. 
Un'altra alternativa è la pratica della pesca, sia nel Maè che in altri fiumi o laghetti nelle vicinanze. Il Maè è molto interessante anche per praticare canyoning sia a piedi che con apposite imbarcazioni.
A breve distanza si trova il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, che offre ottime possibilità per escursionismo di ogni genere e per ogni stagione. Tra i luoghi da visitare nei dintorni citiamo le miniere della Val Inferna, Il Museo della Carbonaia a Zoppè, e il Museo del Ferro e del Chiodo di Forno di Zoldo. Recentemente è stato aperto il museo del Vajont a Longarone che racconta tutta la drammaticità del crollo della diga.

Commenti/note

È possibile migliorare la fruibilità dell’area per i visitatori, tutelando il sito.

Compilatore della scheda

Mauro Nicoletti / Marco Abordi / Michele Cassol