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Sito n. Descrizione Località file PDF
125 Chiesa dell’Immacolata Concezione Longarone Longarone  
Architettura Contemporanea (AC) (vedi scheda n. 32)  
 
Pianta piano terra (Arch. Giovanni Michelucci  – da Conforti, Dulio, Marandola, pag.326)   Sezione (Arch. Giovanni Michelucci  – da Conforti, Dulio, Marandola, pag.326
 
Prospetto principale (foto design33 2007)   Vista dall’alto (foto design33 2007)

  • Dati identificativi
  • Struttura edilizia
  • Architettura interna
  • Stato di conservazione
  • Riferimenti
  • Descrizione

Nome dell’opera/manufatto

Chiesa dell’Immacolata Concezione della Vergine

Tipo edilizio:

Edificio per il culto

Localizzazione (Comune, Prov):

Longarone – Piazza J. Tasso, BL, Italia

Coordinate GIS:

Coordinate (tipologia Gauss Boaga): X: 1754350 - Y: 5129146

Anno di realizzazione:

1966-78
1983 (anno di consacrazione)

Progettista:

Arch. Giovanni Michelucci

Committenza:

Amministrazione Comunale di Longarone

Destinazione originaria:

Chiesa

Destinazione attuale:

Chiesa

Accessibilità:

Aperto tutti i giorni; accesso libero

Contatto per la visita:

Non necessario

Pianta

A impianto circolare

Tecnica Muraria

Intelaiatura in c.a.; tutto l’edificio è un monolite in c.a. senza pareti di tamponamento

Solai

In c.a.

Coperture

Calpestabile, costituisce una sorta di piazza sospesa, un anfiteatro da cui si gode una particolare vista sulla diga del Vajont

Pavimenti

In battuto di cemento

Scale

In c.a.; in alcuni casi rivestite in pietra

Arredi interni

L’aula della chiesa ha la forma di un anfiteatro; le sedute dei fedeli sono a gradinate in c.a. rivestite in legno sulla seduta; al centro si staglia un semplice altare in pietra squadrata. Di sfondo l’organo.

Decorazioni

Nella parte del Battistero sono appese alle pareti alcune formelle in terracotta rappresentanti la Via Crucis.

Stato attuale:

Buono

Restauri e compromissioni
significative:

Rifacimento della copertura - 2003

Categoria/parole chiave

Luoghi sacri

Fonti:

Edite

Archivi:

Ufficio Tecnico di Longarone

Bibliografia:

C. Conforti,  R. Dulio, M. Marandola, Giovanni Michelucci 1891-1990, Electa, Milano, 2006, pagg. 323-335
Comune di Longarone, Collegio Ingegneri e Architetti, L’urbanistica del dopo Vajont. Atti del convegno, Tipografia Beato Bernardino, Feltre, 1993, pagg. 39-60
Longarone e la sua chiesa, Tipografia Tiziano, Pieve di Cadore, 2003

Descrizione dell’opera/
sito/manufatto

“Le difficoltà che contrassegnano questo progetto non attengono all’ideazione, che anzi è folgorante: lo testimoniano gli innumerevoli schizzi che si susseguono dal 15 novembre 1966, data dell’incarico ufficiale, sino alla primavera del 1967, e prefigurano progressivamente il singolare dispositivo teatrale che modellerà l’edificio. L’incarico in realtà è anticipato da una lettera a Giovanni Michelucci del 17 aprile 1964 di Terenzio Arduini, sindaco di Longarone che sollecita un progetto per la parrocchiale distrutta, insieme a tutto il paese, dai flutti che la notte del 9 ottobre 1963 hanno scavalcato la diga che incombe sulla valle.
Un possente impianto circolare, scavato come una dolina in un irto paesaggio rupestre, emerge insistentemente dai segni, vergati a pennino e dilavati a pennello, che perseguono l’assetto della chiesa: un vortice morenico, deformato da due protrusioni. Questa impronta è riconoscibile nella formulazione definitiva della chiesa, dove due cavee pseudoellittiche sovrapposte intercettano l’aula liturgica ad anfiteatro, soffusa dalla luce che filtra dalle finestrelle quadrate che punteggiano l’attacco tra le due coniche. La cavea, dispiegata intorno alla sacra mensa, accoglie la celebrazione eucaristica e genera per espansione gli spazi subalterni: dalla sua tensione centrifuga germinano infatti la cappella feriale, dietro l’altare maggiore, e l’adiacente battistero semiipogeo. All’estremità diametralmente opposta si stacca la base circolare della torre campanaria – non edificata – che sarà successivamente integrata nel sistema avvolgente dei percorsi che approdano all’anfiteatro superiore, copertura dell’aula liturgica.
Il piano inclinato della cavea si protende su anfratto spalancato verso il paesaggio, nel quale sono conservati, come reliquie in una cripta, i resti dell’antica parrocchiale – capitelli, cornici, epigrafi, statue, campane – amorevolmente ricercati dopo il disastro ed esposti in un commovente teatro della memoria, dove la materia esalta il segno della storia, accanto a reperti archeologici affiorati durante il cantiere. [...]
Il progetto di  Longarone è ripensato con tormentato trasporto da Michelucci, che elabora, negli anni, molteplici variazioni sul tema del teatro sacro: dalla prima del maggio del 1967,all’ultima dell’ottobre 1971. Le varianti riguardano soprattutto i percorsi di accesso all’aula, che trascorrono da una penetrazione radiale, monumentalizzata in un ingresso assiale alla mensa e in un secondo accesso in comune con il battistero, a un unico ingresso dominicale che approda all’aula sul fianco dell’altare maggiore. Il centro parrocchiale, incluso nelle prime due stesure del progetto, verrà infine tralasciato da Michelucci e sarà progettato da Vulco Michetti.
I contrasti che ostacolano la progettazione della chiesa di Longarone ritardano gli inizi dei lavori fino al 9 ottobre 1975, posa della prima pietra.  Solo il 9 ottobre 1983, a vent'anni dalla tragedia, la nuova chiesa sarà consacrata.[…]
La chiesa, a forma di tronco di cono rovesciato, è costituita da un'ampia aula ellittica a gradoni. duplicata superiormente così da allestire un anfiteatro all'aperto: in tal modo la copertura dell'aula si traduce in una sorprendente piazza pensile, di circa 30 metri per 30 di ingombro. Questa soluzione suscita rimostranze funzionali e riserve tipologiche: sembra insensato costruire un anfiteatro a cielo aperto in una località dal clima inclemente, inoltre si paventano i guasti derivanti dalle inevitabili infiltrazioni. Problemi che effettivamente si porranno fin dalla conclusione dei lavori e che vedranno la copertura rifatta sia immediatamente, sia nell'ambito delle opere di manutenzione straordinaria concluse nel 2003.
La geometria complessiva dell'opera, definita fin dalla prima stesura del progetto, resta sostanzialmente invariata nelle diverse redazioni, nelle quali Michelucci apporta piccole varianti e lievi modifiche, soprattutto per soddisfare le richieste della comunità. Un percorso travagliato caratterizza invece il disegno del campanile: il primo stilizzato progetto, con tre campane allineate, in aggetto alla sommità della copertura, sovrastate da una vela metallica, non convince neppure Michelucci e il campanile, nelle stesure successive, diviene una più convenzionale torre campanaria, staccata dal blocco della chiesa. Più volte modificato, a costruzione già iniziata, esso verrà definitivamente eliminato, e la parte realizzata sarà trasformata nella base per una scala elicoidale. Il campanile resta un nodo irrisolto e nel 1987 viene bandito un concorso-appalto per il quale uno schizzo di Michelucci fornisce il calco preliminare di riferimento. II manufatto, completato nel 1989 su disegno dell'ingegner Alessandro Redo di Belluno, che lo assimila a «una vela sulla prua di una nave», è ordito da lamine di rame su un traliccio metallico, eseguito dalla fonderia Boccacci di Cremona.
Nella chiesa la struttura coincide con l'architettura nella sua totalità: essa costituisce un sistema unitario, dove non esiste separazione tra struttura portante e struttura portata: tutto l'edificio è un monolite in calcestruzzo armato, senza pareti di tamponamento, dove anche le aperture sono ottenute per sottrazione, ritagliate nelle compatte pareti cementizie. Le gradinate anulari dell'aula sono cadenzate da quattro pareti-pilastro disposte radialmente e raccordate superiormente da una solida trave anulare. Su questo sistema strutturale poggia la piastra ellittica di copertura dell'aula, "il tappo", come la chiamavano i carpentieri: l'unico elemento, oltre al ponte della rampa principale, disgiunto dal blocco monolitico della chiesa e a esso collegato con giunti di dilatazione”.

Descrizione del contesto
di riferimento:

La chiesa sorge su una delle piazze principali, nel centro di Longarone; è costruita a un livello superiore rispetto la statale. Dal parcheggio e dall’area verde ad esso adiacente la vista è proiettata verso la diga del Vajont e al letto del Piave.

Descrizione altre attrattive
(paesaggi e luoghi d’acqua,
prodotti tipici locali e servizi
turistici aggiuntivi)

La chiesa è in centro a Longarone; a pochi passi è presente una fermata degli autobus. Proseguendo verso Via Roma, raggiungendo Piazza Mazzolà si può notare la Scuola Elementare dei Bambini del Vajont, la cui sopraelevazione (1976-79) è su progetto dell’Arch. Costantino Dardi.

Commenti/note

La più evidente novità della chiesa di Longarone consiste nell'esclusività del materiale costruttivo: è la prima volta che Michelucci realizza un'opera interamente in calcestruzzo.

Compilatore della scheda

Arianna Guadagnin