| Sito n. | Descrizione | Località | file PDF | 
| 21 | Certosa di Vedana | Sospirolo | |
| Architetture Storico Artistiche (ASA) | (vedi scheda n. 41) | ||
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| Vedute della Certosa di Vedana. Foto: Archivio Fotografico del Centro Civiltà dell’Acqua | Vedute della Certosa di Vedana. Foto: Archivio Fotografico del Centro Civiltà dell’Acqua | Interno con particolare dell’altare. Foto tratta da A.M. Spiazzi, La scultura lignea barocca | 
- Dati identificativi
 - Struttura edilizia
 - Architettura interna
 - Stato di conservazione
 - Riferimenti
 - Descrizione
 
Nome dell’opera/manufatto  | 
              Certosa di Vedana  | 
            
Tipo edilizio:  | 
              Complesso architettonico / monastero  | 
            
Localizzazione (Comune, Prov):  | 
              Vedana, Sospirolo, BL, Italia  | 
            
Coordinate GIS:  | 
              Coordinate (tipologia Gauss Boaga): X: 1740102 - Y: 5117090  | 
            
Anno di realizzazione:  | 
              I lavori di edificazione furono molto lenti. Si data la Certosa al 1445 -1467 ma con trasformazioni successive. La chiesa dedicata a S. Marco fu terminata nel 1471 ma consacrata solo nel 1619, mentre il chiostro nel 1521 (data incisa sopra una colonna). Nel 1542 le celle da sei diventarono 8 per ordine del Priore. Il monastero fu completato nel Seicento  | 
            
Progettista:  | 
              Anonimo ispirato ai canoni dell’architettura certosina adattatosi alle caratteristiche del luogo. Forse è opera dello stesso monaco certosino Antonio Arlotti, nominato rettore nel 1457  | 
            
Committenza:  | 
              Monaci certosini  | 
            
Destinazione originaria:  | 
              Monastero monaci certosini  | 
            
Destinazione attuale:  | 
              Monastero di clausura delle monache certosine dal 1977  | 
            
Accessibilità:  | 
              Raggiungibile da Mas di Sedico o da Santa Giustina seguendo le indicazioni per la Valle del Mis – lago di Vedana  | 
            
Contatto per la visita:  | 
              Visitabile solo esternamente in quanto monastero di clausura  | 
            
Pianta  | 
              Tre nuclei fondamentali: il chiostro grande, il piccolo chiostro e il chiostro dei conversi con al centro la chiesa. Attorno a questi troviamo gli edifici cenobitici come il refettorio, il capitolo, le cappelle, gli ospizi, stalla, cantina e cortili.  | 
            
Tecnica Muraria  | 
              Tipiche tecniche costruttive derivanti dai dettami dell’ordine certosino  | 
            
Solai  | 
              Alcuni ambienti interni e i chiostri sono voltati  | 
            
Coperture  | 
              Materiali eterogenei dovuti ai diversi restauri (in particolare manti in tegole piane a coda di castoro della fine dell’800).  | 
            
Pavimenti  | 
              Terrazzo alla veneziana settecentesco nel refettorio; pietra e legno con intarsi in altri luoghi (compresa la chiesa).  | 
            
Scale  | 
              Nel cortile una grande scalinata in pietra porta verso la chiesa.  | 
            
Arredi interni  | 
              La chiesa, interna al complesso, conserva un altare ligneo – nero e oro - attribuito a Jacopo Costantini, intagliatore bellunese del XVII secolo ancorato agli stilemi cinquecenteschi. Si tratta di una delle strutture più interessanti e significative del periodo barocco nel panorama dell’altaristica bellunese. Il tabernacolo, di fine fattura  è invece attribuito dalla Spiazzi ad un anonimo Maestro di Zoldo. La chiesa conserva importanti opere d’arte tra cui dipinti di Francesco Frigimelica il Vecchio, Sebastiano Ricci e Domenico Corvi.  | 
            
Decorazioni  | 
              A parte l’altare, nessuna degna di rilievo.  | 
            
Stato attuale:  | 
              Discreto  | 
            
Restauri e compromissioni  | 
              L’architetto francese Jean Francois Pichat predispose un progetto di ristrutturazione alla fine dell’800 con trasformazioni in senso neoclassico.  | 
            
Categoria/parole chiave  | 
              Architettura in prossimità del fiume (Cordevole)  | 
            
Fonti:  | 
              Per lo più edite, ma inedite per quanto riguarda i recenti restauri  | 
            
Archivi:  | 
              Archivio di Stato di Venezia (Catasto Napoleonico e altre carte)  | 
            
Bibliografia:  | 
              R. Frescura, Francesco Frescura scultore-intagliatore, Belluno, 1978  | 
            
Descrizione dell’opera/  | 
              La Certosa fu incorporata ufficialmente nell’ordine monastico tra il 1449 e il 1467. Un disegno a penna su pergamena conservato all’archivio di Stato di Venezia rappresenta il complesso monastico nel 1450, al centro tra la città di Feltre e quella di Belluno, circondata da monti, da un lago e da numerosi corsi d’acqua con pesci e gamberi, tracciati in maniera ingenua.   | 
            
Descrizione del contesto   | 
              La Certosa si trova nel territorio del Parco delle Dolomiti Bellunesi (ente istituito nel 1990 ma che dal 1993 ha allargato i confini inglobando anche la Certosa di Vedana e l’abitato di San Gottardo). La valle del Cordevole fungeva da importante via di transito, anche se non di grande traffico, legata allo sfruttamento minerario della zona e alla fondazione di ospizi per i viandanti e pellegrini.  | 
            
Descrizione altre   attrattive  | 
              La Certosa è inserita in un circuito storico-ambientale che vede parte integrante  le Masiere e l’omonimo laghetto, il lago di Vedana e la Riserva naturale, l’abitato di San Gottardo e la chiesa. La Certosa è il cardine della Via degli Ospizi; un itinerario tematico, lungo il fiume Cordevole (affluente del Piave) che include San Gottardo, Candaten e Le Agre.   | 
            
Commenti/note  | 
              Nel 1975, nel convento, furono effettuate le riprese di un documentario per la televisione italiana diretto da Mario Procopio.  | 
            
Compilatore della scheda  | 
              Letizia Lonzi / Lionello Puppi  | 
            



