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Sito n. Descrizione Località file PDF
43 Codissago Castellavazzo  
Architetture Storico Artistiche (ASA) - Siti Etnografici (SE) (vedi scheda n. 28)  
 
Il Piave a Codissago. In basso a destra si intravedono i resti delle roste delle segherie Malcolm. Sullo sfondo la rocca di Castellavazzo (Foto: Archivio Fotografico Centro Civiltà dell’Acqua)   Via del centro storico (Foto: Archivio Fotografico Centro Civiltà dell’Acqua)
 
Veduta dell’area dove sorgeva il porto di Codissago (Foto: Archivio Fotografico Centro Civiltà dell’Acqua)   L’ingresso del museo degli Zattieri del Piave (Foto: Archivio Fotografico Centro Civiltà dell’Acqua)

  • Dati identificativi
  • Struttura edilizia
  • Architettura interna
  • Contesto
  • Arch. peculiari
  • Stato di conservazione
  • Riferimenti
  • Descrizione

Nome dell’opera/manufatto

Codissago

Tipo edilizio:

Complesso di strutture architettoniche

Localizzazione (Comune, Prov):

Castellavazzo, BL, Italia

Coordinate GIS:

Coordinate (tipologia Gauss Boaga): X: 1755110 - Y: 5130085

Anno di realizzazione:

L’abitato di Codissago, che sorge sulle pendici dei monti digradanti verso l’alveo del Piave, in sinistra idrografica, a partire dal medioevo e soprattutto durante la Repubblica di Venezia, rappresenta un centro di notevole importanza nell’ambito dell’attività della fluitazione del legname che avveniva lungo il Piave. Nella zona adiacente al letto fluviale sorgevano infatti il porto, dove attraccavano le zattere provenienti da Perarolo e le roste, delle barriere artificiali che regolavano il passaggio dei tronchi.
La parte superiore di Codissago, al limite orientale del paese, si presenta ancora secondo il suo aspetto originario, con delle case storiche, alcune in precario stato di conservazione, che si affacciano sulla stretta via principale, attraversata da un suggestivo arco.

Progettista:

-

Committenza:

Pubblica e privata

Destinazione originaria:

Centro portuale, legato alla fluitazione e al commercio del legname

Destinazione attuale:

Zona residenziale

Accessibilità:

libero accesso

Contatto per la visita:

Il museo degli Zattieri del Piave è visitabile in giorni ed orari stabiliti (tutti i giorni escluso il lunedì nel periodo estivo, solo il sabato e la domenica in primavera e in autunno).

Pianta

Gli edifici del paese sono contraddistinti da una pianta a struttura tradizionale

Tecnica Muraria

Molte case sono caratterizzate da murature con moderni intonaci, tuttavia si notano diversi edifici con pietre a vista, soprattutto nel nucleo storico nella parte superiore del paese.

Solai

L’accesso è consentito ad uso residenziale

Coperture

La maggior parte delle case presenta una copertura moderna con tegole in laterizio

Pavimenti

Accesso a esclusivo uso privato – residenziale

Scale

-

Arredi interni

-

Decorazioni

-

CONTESTO AREALE DI RIFERIMENTO

Relazione degli edifici
con il contesto fluviale:

Codissago costituiva il centro principale lungo la via degli zattieri tra Perarolo, dove si trovava il Cidolo, e Belluno. La vita del paese era perciò legata principalmente alla fluitazione del legname e alle attività ad essa connesse, come testimonia la presenza in passato di importanti segherie, impianti ancora attivi a valle del centro abitato.

ARCHITETTURE PECULIARI PER LA LORO RELAZIONE FUNZIONALE CON L’ACQUA

Caratteristiche edilizie
inerenti l’uso dell’acqua:

Dell’area portuale di Codissago, che si estendeva a ridosso dell’alveo del Piave e sulla sponda opposta (presso villa Malcolm), rimangono solamente alcune tracce, a causa dell’alluvione del Vajont, che distrusse la parte inferiore del paese e ciò che rimaneva delle vecchie infrastrutture legate alla fluitazione. Allo stato attuale sono visibili i resti degli sbarramenti artificiali che regolavano la fluitazione (le roste), ma non sono più riconoscibili i punti di ormeggio delle zattere e gli antichi opifici idraulici.

Stato attuale:

Il paese appare nel complesso in buone condizioni, tuttavia diverse abitazioni sono piuttosto degradate, soprattutto quelle situate nel suggestivo nucleo storico nella sezione superiore dell’abitato.

Restauri e compromissioni
significative:

Numerosi edifici di Codissago sono stati interessati da recenti ristrutturazioni, che hanno in parte compromesso l’aspetto originario del paese. La parte inferiore dell’abitato, proiettata verso il Piave, venne in buona parte distrutta nel disastro del Vajont.

Categoria/parole chiave

Fluitazione  e commercio del legname / Via degli zattieri / Porto fluviale

Fonti:

Edite

Archivi:

Biblioteca civica di Belluno

Bibliografia:

AA.VV., I manufatti e le aggregazioni rurali nella Comunità Montana Cadore-Longaronese-Zoldano, Comunità Montana Cadore Longaronese Zoldano, Belluno, 1984;
AA.VV., Il Piave, Cierre, Verona, 2000;
G. Caniato, La via del Fiume dalle Dolomiti a Venezia, Cierre, Verona, 1993;
D. Perco, Zattere, zattieri e menadàs. La fluitazione del legname lungo il Piave, Comune di Castellavazzo, 1988;
B. Zanenga, Viaggio lungo il Piave nel secolo XVI. Dalle Antichità Bellunesi di Pierio Valeriano, Casteldardo, Roma, 1966

Descrizione dell’opera/
sito/manufatto

Il paese di Codissago, toponimo di origine gallica (terre di Cotisus), è disposto lungo un’arteria stradale esistente già in epoca romana. Si trattava di una variante dell’importante diramazione della via Claudia Augusta che si spingeva fino in Cadore. Il tracciato alternativo risaliva la valle del Piave sulla sinistra orografica a partire da Ponte nelle Alpi per ricongiungersi alla direttrice principale sulla sponda opposta presso Castellavazzo. 
Alcuni documenti tardo medievali testimoniano come la fluitazione e il commercio del legname fossero già importanti prima del passaggio di Belluno sotto il dominio della Repubblica Veneta, avvenuto nel corso del XV secolo. Nell’ambito di queste attività Codissago era un centro di grande rilevanza, dal momento che nelle vicinanze dell’abitato sorgevano una zona portuale ed edifici per il deposito e la lavorazione del legname.
Le zattere provenienti da Perarolo attraccavano presso il porto di Castello in località La Punta, a nord del paese, dove si trovavano gli sbarramenti (le roste) delle segherie Malcolm, nota famiglia di mercanti di legname. In questo luogo una parte del legname veniva immessa, tramite un canale di derivazione, nei grandi impianti di segagione situati in sponda destra all’altezza di Roggia, dove sorgeva anche la pregevole villa Malcolm. Con il disastro del Vajont tutte queste strutture sono andate perdute e rimangono soltanto alcuni resti delle roste in corrispondenza del ponte che collega Codissago a Castellavazzo.
Il paese un tempo era diviso in due parti, la vila de sora, più legata ai boschi e alla montagna sovrastante e la vila de soto, proiettata decisamente verso il fiume, con le case disposte fin quasi sull’acqua e la popolazione maschile dedita all’arte della zatarìa. I menadàs (gli zattieri) di Codissago erano molto conosciuti ed apprezzati non solo perché erano in grado di condurre i tronchi nel tratto più insidioso del Piave (da Perarolo fino alla “stretta” di Castellavazzo), ma anche per la loro caratteristica di essere gli unici zattieri ligadori, cioè coloro che erano capaci di costruire le zattere, oltre che di farle navigare.
All’interno del centro abitato attuale è sicuramente significativo il borgo situato nella parte alta di Codissago, dove si trovano abitazioni storiche di pregevole fattura che si affacciano su piccole scalinate e cortili interni.

Descrizione del contesto
di riferimento:

Codissago sorge alle pendici dei monti che sovrastano la sponda orientale della valle del Piave, nel punto in cui essa si allarga e diventa decisamente più ampia. Il fiume infatti, da Perarolo a Castellavazzo, scorre stretto fra i due versanti montuosi, per poi distendersi nella spaziosa vallata che si apre poco a nord di Longarone, contraddistinta dai terrazzi geologici su cui sono disposti paesi come Provagna, Dogna e la stessa Codissago.

Descrizione altre attrattive
(paesaggi e luoghi d’acqua,
prodotti tipici locali e servizi
turistici aggiuntivi)

A Codissago riveste particolare importanza il museo degli Zattieri del Piave. Inaugurato nell’agosto del 2004, esso riassume un lavoro decennale di ricerca storica ed archivistica inerente la fluitazione e l’attività dei menadàs.
All’interno degli spazi espositivi sono illustrate le diverse fasi di trasformazione del legname, dall’esbosco alla costruzione delle zattere, grazie all’ausilio di modellini e fotografie storiche.

Commenti/note

L’area immediatamente a valle della strettoia di Castellavazzo era storicamente conosciuta per la presenza di infrastrutture per la raccolta e la lavorazione del legname. Sulla sponda destra del fiume, oltre alle celebri segherie Malcolm, esistevano degli stabilimenti a Rivalta, scomparsi con la catastrofe del Vajont. Sulla riva opposta, a sud di Codissago, sono ancora attivi degli impianti di segagione allo sbocco del torrente Vajont nel Piave.
Nel centro del paese si trovano dei pannelli illustrativi disposti dalla Comunità Montana Cadore Longaronese Zoldo.

Compilatore della scheda

Lucio Bonato / Francesco Vallerani