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Sito n. Descrizione Località file PDF
62 Museo del Ferro e del Chiodo Forno di Zoldo  
Siti Etnografici (SE) (vedi scheda n. 29)  
 
Il museo del ferro e del chiodo. Foto: Archivio del Centro Civiltà dell’Acqua Fonte: http://www.minieredeidogi.it   Particolare dell’allestimento museale. Fonte: https://www.comune.valdizoldo.bl.it/home/territorio/museo-del-chiodo.html

  • Dati identificativi
  • Allestimento
  • Tema dell'acqua
  • Stato di conservazione
  • Riferimenti
  • Descrizione

Nome dell’opera/ manufatto

Museo del ferro e del chiodo della Val di Zoldo

Tipo edilizio:

Edificio pubblico

Localizzazione (Comune, Prov):

Via S. Francesco, Forno di Zoldo, BL, Italia

Coordinate GIS:

Coordinate (tipologia Gauss Boaga): X: 1744519 - Y: 5137461

Anno di inaugurazione:

2006

Progetto museografico/
museologico:

Daniela Baldeschi /
Iolanda Da Deppo ed Elisa Bellato

Committenza:

-

Destinazione originaria:

Palazzo del Capitanato (dove nel periodo di dominazione veneziana, risiedeva il Capitano inviato dal Consiglio dei nobili di Belluno).

Destinazione attuale:

Museo

Accessibilità:

Orari di apertura al pubblico dal 15 marzo al 31maggio 2010
Martedí e Giovedí dalle 15.30 alle 18.30
Venerdí dalle 09.00 alle 12.00
Domenica dalle 10.00 alle 13.00

Contatto per la visita:

Museo del Ferro e del Chiodo e Sportello Ladino 0437/787811, Comune Forno di
Zoldo 0437/78144
Mail: museodelchiodo@clz.bl.it

Allestimento:

Tematico

Sezioni:

Al piano terra è illustrata la storia degli uomini e delle donne della vallata con riferimento alle attività minerarie e fabbrili locali e all’ambiente.
Al piano superiore è trattata la produzione del chiodo otto-novecentesca e della brocca da scarpe.

Attività:

Visite guidate; Conferenze

Altri servizi

-

ALLESTIMENTI E OGGETTI LEGATI AL TEMA DELL’ACQUA

Oggetti legati al tema dell’acqua

- ricostruzione del maglio e illustrazioni del suo funzionamento
- diversi esemplari di pompe idrauliche
- i chiodi e tutte le merci che venivano portate tramite le zattere, a Venezia.

Stato attuale:

Buono

Restauri e compromissioni
significative:

Fine anni ’90, 2006

Categoria/parole chiave

Opifici idraulici (fucine) / Museo etnografico

Fonti:

Orali (intervista a Iolanda Da Deppo), edite, web

Archivi:

-

Bibliografia:

https://www.comune.valdizoldo.bl.it/home/territorio/museo-del-chiodo.html
P. Lazzarin, Zoldo. Notizie e curiosità paese per paese, edizioni Cierre
Belluno e provincia. Feltre, Cortina d’Ampezzo e le Dolomiti bellunesi, Guide d'Italia, Ed.Touring Club Italiano, Milano 2004

Descrizione dell’opera/
sito/manufatto

Il percorso museale si articola in più sezioni.
Al piano terra immagini e brevi testi raccontano dell’ambiente e delle risorse naturali, degli uomini e delle donne della vallata.
Un filmato d’epoca mostra il lavoro di una delle ultime fusinèle, introducendo il visitatore alle tecniche di lavorazione.
Una sintesi storica, con le date più salienti degli avvenimenti che hanno interessato le attività minerarie e fabbrili locali, offre al visitatore una visione d’insieme di alcuni aspetti fondamentali della storia della Val di Zoldo.
Al piano superiore, in un unico grande spazio, fotografie, riproduzioni di documenti d’archivio, oggetti, accompagnano la narrazione che, dalle antiche miniere, attraverso l’attività dei forni fusori e dei magli, conduce alla produzione di chiodi Otto-Novecentesca. Un antico fusinal (focolaio), un banco di lavoro con attrezzi e incudine ricostruiscono la postazione del ciodaròt.
Su questo aspetto di storia più recente, il racconto rallenta per lasciare spazio alle testimonianze orali, all’esposizione degli attrezzi del chiodaiolo e alla varietà di chiodi prodotti.
Una sequenza fotografica visualizza le fasi di realizzazione di una brocca da scarpe.
Il percorso continua con esempi di applicazione dei prodotti fino ad una grande teca espositiva con tutte le varietà di chiodi e brocche. In conclusione, l’esposizione di un carretto diventa il simbolo della mobilità e intraprendenza commerciale che hanno contraddistinto gli abitanti della Val di Zoldo.

Descrizione del contesto
di riferimento:

La valle di Zoldo si compone di numerosi paesi disseminati in un'aperta conca. La valle è stata sede di attività legate al ferro, in cui fusione e lavorazione hanno avuto un ruolo importante per il territorio tra il XIII e il XVII secolo. Mentre la presenza di strutture per la trasformazione del minerale in metallo è attestata da fonti documentarie che ne consentono la datazione, incerta risulta la collocazione nel tempo dell'attività estrattiva. Notevole rilievo rivestono le attività metallurgiche, documentate a partire dal XIII secolo, riprese in alcuni toponimi: Forno, Fusine e Fornesighe. I forni che erano sette-otto verso la fine del Trecento, si riducono a tre, a metà del Cinquecento. Interessante è la presenza di numerose fucine e fusinèle in cui si producono utensili per l'agricoltura e per usi domestici, chiodi, manufatti per l'arsenale di Venezia.
L'altra risorsa del sottosuolo sfruttata in passato nella valle è costituita dalle mineralizzazioni di piombo, talora argentifero, rilevabile nelle miniere di Dont, in quelle tra Coi e Brusadàz e soprattutto in quelle di Valle Inferna.

Descrizione altre attrattive
(paesaggi e luoghi d’acqua,
prodotti tipici locali e servizi
turistici aggiuntivi)

Merita una visita il piccolo paese di Fornesighe, frazione di Forno di Zoldo, originale per la sua architettura rustica oggi in gran parte restaurata. Inoltre il primo fine settimana di febbraio si svolge la festa della Gnaga, una vivace festa di Carnevale accompagnata dall’esposizione presso la vecchia latteria, delle maschere lignee. Per gli amanti della musica invece la seconda domenica di agosto per le vie del paese piccoli gruppi musicali intrattengono i turisti con concerti di musica da camera.

Il prodotto più famoso della vallata, è il gelato prodotto artigianalmente nelle gelaterie locali in cui la più rinomata è quella di Dont.

Commenti/note

-

Compilatore della scheda

Francesca Barp