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Sito n. Descrizione Località file PDF
93 Sito di Lagole Calalzo di Cadore  
Siti Interesse Naturalistico (SIN) (vedi scheda n. 15)  
   
  Veduta  delle acque termali di Lagole (Calalzo di Cadore). Fonte: www.magicoveneto.it  

  • Dati identificativi
  • Estensione sito
  • Qualità e valori
  • Stato di conservazione
  • Riferimenti
  • Descrizione

Nome del sito/manufatto

Le acque termali del lago presso Lagole

Tipo sito:

La zona di Lagole, è interessante per una serie di motivi, innanzitutto si tratta di sorgenti di acque termali, qui si verifica una fuoriuscita dalla falda in superficie di acque sulfuree. Il carattere curativo delle acque di Lagole è ormai accertato e viene utilizzato nelle vicine terme ma questo valore era ben conosciuto anche in tempi molto antichi. Un’altra caratteristica di questo luogo, infatti, è la presenza di resti e iscrizioni risalenti ai paleoveneti, più antichi degli etruschi. Si è ormai capito dopo una serie di indagini che qui i popoli antichi, consapevoli delle proprietà terapeutiche delle acque, veneravano una divinità curatrice a cui offrivano dei doni propiziatori per ricevere dei benefici alla salute. Il ritrovamento di tali manufatti in tempi recenti ha ravvivato l’interesse archeologico per questa tradizione.  Un ulteriore motivo di interesse di questo sito è la bellezza del paesaggio naturale: infatti, si alternano specchi d’acqua di varie dimensioni e grandi aree boscate sui pendii delle montagne che rendono questo luogo di grande interesse per gli amanti della natura.

Localizzazione (Comune, Prov):

Comune di Calalzo di Cadore, BL, Italia

Coordinate GIS:

Coordinate (tipologia Gauss Boaga): X: 1760383 - Y: 5148434

Periodo di realizzazione:

Sito di antica formazione geologica, modificato dall’uomo con la creazione del lago di centro Cadore negli anni 50 del secolo scorso in seguito alla costruzione della diga di Pieve di Cadore.

Responsabile per la gestione:

Provincia di Belluno.

Istituto di riferimento:

Comune di Calalzo di Cadore, provincia di Belluno.

Destinazione originaria:

Area di pertinenza fluviale del Demanio Idrico

Destinazione attuale:

Acque termali secondo la Legge n. 323 del 24 ottobre 2000;
Sorgente censita dalla regione Veneto 5136793;
Sito archeologico.

Accessibilità:

Per arrivare alla zona termale di Lagole, giungendo dall’autostrada A27 si esce a Ponte delle Alpi, si prosegue fino a Pieve di Cadore sulla SS51, poi sulla SS51bis proseguendo in direzione di Domegge di Cadore, poi si incontra apposita segnaletica turistica che indirizza al sito, molto vicino al lago centro Cadore.

Contatto per la visita:

Libero accesso.

Superficie

La superficie dei laghetti e delle risorgive è di circa 3 ettari. 

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Qualità delle acque

Nel lago e nei suoi dintorni sgorga acqua termale, si trova un’area sorgentifera, con acque leggermente solforose e con forte potere incrostante ad una temperatura circa di 10° centigradi. Queste acque si perdono poco dopo in tre gruppi di grotte assorbenti per ricomparire dopo un centinaio di metri di percorso sotterraneo in alcune sorgenti che riunite formano un grosso ruscello che ristagna prima in un bacino naturale poi in altri artificiali. L'acqua di Làgole è particolarmente ricca di solfati, di bicarbonati, di calcio e di magnesio, il pH è circa 7.28. La sua composizione chimica giustifica il fatto che nella tradizione popolare, confermata anche da riscontri clinici, l'acqua di Làgole venga considerata ricca di proprietà terapeutiche.

Valori ambientali e
paesaggistici

Uno dei valori principali di questa zona è il paesaggio inteso in senso storico, nei primi decenni del secolo scorso alcuni casuali ritrovamenti archeologici portarono alla scoperta dell'esistenza di un luogo di culto, che vennero poi approfonditi da ulteriori ricerche, frutto anche di campagne di scavo. Gli studi, portarono alla luce una grande quantità di materiale. La parte più cospicua dei ritrovamenti lagoliani, oltre ad armi e oggetti ornamentali, è costituita da piccole e rozze figure di guerrieri “stanti” per lo più itifallici e di iscrizioni votive, che caratterizzano questo sito come il secondo centro di scrittura paleoveneta dopo Este. Le brevi formule dedicatorie in lingua e alfabeto venetico compaiono incise, sbalzate o graffite per lo più su manici, lamine, bronzetti e su altri oggetti d'uso. Sono documentate anche dediche pubbliche che riconducono ad un luogo di culto riconosciuto politicamente ed istituzionalmente. La presenza di due statuette femminili oranti potrebbe suggerire ad un culto allargato al tema della fecondità in generale. Il santuario di Lagole è attestato dal III secolo a.C. al IV d.C. e sebbene la divinità venerata viene identificata come “Trumusjatis o Tribusjatis' essa costituisce tuttora un problema non risolto con certezza. Alcuni studiosi, in base al ritrovamento di una placchetta con tre teste, attribuibile all'immagine della divinità lagoliana, con cautela hanno messo in relazione quest'ultima a Triposopos, divinità taumaturgica greca dalle tre facce. In epoca romana la divinità paleoveneta fu sostituita dal culto di Apollo con una sovrapposizione di credenze. La tipologia delle offerte votive, nonché il luogo stesso dei ritrovamenti ricco di acque, che le analisi chimiche hanno classificato come minerali, sembrano non lasciare dubbi di un culto con una chiara connessione con le acque realmente salutifere, le quali hanno attirato vari pellegrini desiderosi di guarigione. L'avvento del cristianesimo rimosse da Lagole ogni traccia del culto e del santuario. Il De Lotto, considera nei suoi studi, come una perpetuazione della tradizione paleoveneta la presenza di alcune chiesette votate a sante protettrici della salute (S. Lucia, S. Anna e S. Apollonia). Un altro fattore di interesse proposto da altri autori come Daniele Rampazzo è la possibile continuità con la tradizione nella leggenda delle “anguane” figure femminili legate alle sorgenti ed ai corsi d'acqua, dotate di alcuni tratti umani ed altri a volte soprannaturali che avevano l’usanza (secondo alcune versioni) di fare il bagno in questo lago per mantenersi belle. Dai dati storici, emerge come il sindaco di Calalzo dovette fare un ordinanza per impedire alle donne di frequentare queste acque verso la fine del 1800, senza specificare perché vigesse quest’usanza. Da allora a parte qualche sporadica testimonianza di pastori che usavano l’acqua per curare gli animali sembra che la tradizione antica sia andata persa, sostituita dalla semplice frequentazione del lago, finche i resti non sono riemersi risvegliando l’interesse per questi luoghi.
Anche il paesaggio naturale è molto interessante in questa zona, la vegetazione più prossima al lago è composta da piante erbacee o arbusti ripariali amanti dell’umidità. Nel resto della valle si trova invece una più ricca vegetazione naturale, dominano distese di abeti, faggi e larici; diffusi nel sottobosco troviamo l'acero montano, il sorbo, il frassino, il salicone ed il pioppo tremolo. Sullo strato arbustivo ed erbaceo trovano dimora il rododendro, il mirtillo, la lonicera, il viburno, la dafne, l'erica carnea, il Lycopodium, le felci ed i muschi a formare un tappeto continuo.
Fra i mammiferi, nei fitti boschi, vivono il capriolo ed il cervo, la lepre alpina dal manto mirabilmente mimetico soprattutto al sopraggiungere dell'inverno. Gli alberi sono la dimora preferita degli scoiattoli, mentre un po' dappertutto dà fugaci apparizioni di sé la volpe.
Nel lago centro Cadore si possono trovare tra i pesci il Persico reale, la Trota fario, mormorata e lacustre, il Barbo, la Carpa e il Luccio.

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Stato attuale:

Buono

Restauri e compromissioni
significative:

Nessuna

Vulnerabilità:

Assetto idrogeologico, attività sportive e ricreative, rischi generali da eccesivo turismo.

Categoria/parole chiave

Acque termali / Sacralità dell’acqua / Ecosistemi  acquatici e ripariali /Archeologia dell’acqua

Fonti:

Provincia di Belluno
 “Servizio Caccia e Pesca e Risorse Idriche” Regione Veneto.

Archivi:

Fondazione Giovanni Angelini Centro Studi sulla Montagna, biblioteca civica di Belluno.

Bibliografia:

Santuari e divinità dei paleoveneti, A. Mastrocinque;
I Paleoveneti nel Bellunese, 1993;
Una divinità sanante a Lagole : Calalzo di Cadore nel 3. sec. a.C Enrico De Lotto;
Atlante delle sorgenti in Veneto, Arpa;
Il Cadore e il suo ambiente naturale Gianni D'Affara;
Sito www.civiltacqua.org;
Sito comune di Calalzo di Cadore, www.comune.calalzo.bl.it.

Descrizione dell’opera/
sito/manufatto

Lago dalle proprietà termali, la zona di Lagole è situata a valle del paese di Calalzo, subito sotto la stazione ferroviaria, in una zona caratterizzata da un terreno gessoso che ha dato origine a molteplici grotte oggi sommerse dalla costruzione del bacino artificiale del Centro Cadore. Questo è un luogo che si fa apprezzare sia per la bellezza naturale, e dove sono stati ritrovati molti reperti storici di notevole interesse risalenti ad una antica comunità Paleoveneta.

Descrizione del contesto
di riferimento:

La località di Lagole si trova in prossimità del Lago Centro Cadore, nella omonima area che comprende tutto il bacino idrografico del fiume Piave dalla sua sorgente sul monte Peralba alla località di Termine di Cadore. Il territorio è completamente montuoso con un altezza media di 806 m.l.m.. Seppur il Lago del centro Cadore non è dotato di ottima qualità delle acque, l’area è molto interessante dal punto di vista ambientale, a sud si ritrovano infatti il sito di interesse comunitario (SIC) Val Talagona - Gruppo Monte Cridola - Monte Duranno e la zona a protezione speciale (ZPS) Dolomiti del Cadore e Complico della rete Natura 2000. A nord e a est troviamo altri importanti siti del Network Natura 2000 come il Gruppo Antelao - Marmarole – Sorapis e il Comelico Bosco della Digola. La valle rappresenta quindi una frammentazione di questi grandi territori naturali ma molto è stato fatto per migliorare l’impatto antropico e la protezione ambientale.

Descrizione altre attrattive
(paesaggi e luoghi d’acqua,
prodotti tipici locali e servizi
turistici aggiuntivi)

Nell’area ci sono interessanti possibilità di pesca. Dalla sua sponda sinistra poi vi sono numerosi sentieri che permettono escursioni nella Valle Pra da Toni o al rifugio Cercenà, o al rifugio Padova o alla Capanna Tita Barba (Monte Cridola, Cima Monfalcon). Molte delle aree limitrofe, conservano il loro aspetto naturale e offrono la possibilità di ammirare paesaggi montani di sicuro interesse ambientale.
Nel centro Cadore le località più vicine sono Calalzo di Cadore, un comune di 2.415 abitanti, dal bel centro storico. A Pieve di Cadore (4.087 abitanti) è possibile visitare la Chiesa arcidiaconale di Santa Maria Nascente (XIX secolo), il Palazzo della Magnifica Comunità il museo Casa di Tiziano, il museo dell'Occhiale, il museo della Magnifica Comunità di Cadore. Un'altra opzione è il centro di Domegge di Cadore (2.645 abitanti) dove sono ammirabili la chiesa della Beata Vergine della Molinà e l’ eremo dei Romiti di Monte Froppa.
In inverno la dotazione di impianti sportivi è molto interessante offrendo possibilità ad Auronzo, Misurina, Sappada o nel Comelico garantendo così una alternativa per tutte le stagioni.

Commenti/note

Negli ultimi anni la località è stata ulteriormente valorizzata con interventi di recupero ambientale e di risanamento che ne hanno migliorato l'accesso e la fruibilità.

Compilatore della scheda

Mauro Nicoletti / Michele Cassol / Marco Abordi