| PIAVE: Belluno e Treviso   | DRAVA: Dobbiaco e Wörthersee      
    SITO: <precedente - successivo>
Sito n. Descrizione Località file PDF
152 Museo delle Tradizioni Popolari San Vito di Cadore  
Siti Etnografici (SE) (vedi scheda n. 20)  
 
Il Museo delle tradizioni popolari di San Vito Fonte: http://www2.regione.veneto.it/cultura/musei/bl_provincia.html   Particolare dell’allestimento museale Fonte: http://www.sanvito.dolomiti.com/it/info/museo.htm

  • Dati identificativi
  • Allestimento museale
  • Oggetti
  • Stato di conservazione
  • Riferimenti
  • Descrizione

Nome dell’opera/manufatto

Museo delle Tradizioni Popolari

Tipo edilizio:

Edificio pubblico

Localizzazione (Comune, Prov):

Via Sebes, 11, San Vito di Cadore, BL, Italia

Coordinate GIS:

Coordinate (tipologia Gauss Boaga): X: 1746395 - Y: 5149510

Anno di realizzazione:

1986

Progettista:

Cesare De Vido

Committenza:

Iniziativa privata

Destinazione originaria:

Latteria

Destinazione attuale:

Museo Etnografico

Accessibilità:

Aperto a richiesta
Visite guidate su richiesta
Il Museo si trova in località di Resinego di Sotto, una cinquantina di metri sotto la strada statale, sulla sinistra, scendendo per la strada che porta a Sèrdes.

Contatto per la visita:

Tel. Municipio: 0436-9337

Allestimento

Tematico

Sezioni

Falegnameria; latteria; cucina; calzoleria; agricoltura e allevamento; pompieri; tessitura; sport; acquedottistica, mulino, fabbro.

Attività

Visite guidate

-

-

Oggetti legati al tema dell’acqua

Il Museo conserva delle tipologie di sistemi di canalizzazione e delle condotte usati nel secolo scorso in Cadore prima dell’avvento di quelli in ferro. Sono inoltre presenti anche le trivelle utilizzate per la costruzione.
Il seguente brano è tratto da Da Deppo I., Favero E. (a cura di) L'acqua e le sue forme: lavatoi e fontane del Centro Cadore, Belluno, Provincia di Belluno, 2003 pp.10-11: In Cadore fino agli ultimi decenni dell’800 buona parte delle condotte erano costituite da tubi di legno di pino uniti tra loro da anelli di ferro (bùcole), altre da piccoli canali aperti (salòte) posti a terra o su cavalletti, come si apprende da un documento del 1888 conservato nell’Archivio di Pieve e relativo alla frazione di Sottocastello.
Poiché l’interramento delle tubature richiedeva molto lavoro, molti degli acquedotti erano lasciati a vista con non pochi disagi derivanti dal rapido deterioramento del materiale e dal gelarsi dell’acqua nei periodi più freddi.
Così nei progetti di costruzione degli acquedotti risalenti agli ultimi decenni dell’800 si trova ovunque l’indicazione sull’opportunità di sotterrare le condutture: “Per conservare li tubi lignii di cui viene costruito il condotto, importa che esso sia sotterrato in tutta la sua lunghezza, allontanando così il legno all’influenza delle vibrazioni polari e dell’umido e del secco. Giova inoltre sotterrare il condotto per mantenere l’acqua sotto una temperatura costante, che è quanto dire, e apparirà fresca nell’estate, e temperata nella stagione invernale” (tratto dalla perizia redatta dell’ingegnere Giuseppe Palantini “Dei lavori di costruzione di un nuovo acquedotto…”, 1842 A.C.L. bust. 950).
L’interramento dei tubi divenne consueto quando, verso la fine del secolo, il legno fu sostituito da materiali quali il cotto, la ghisa e il cemento.

-

-

-

-

-

-

Stato attuale:

Buono

Restauri e compromissioni
significative:

Nessuno

Categoria/parole chiave

Museo etnografico / Canalizzazioni / Usi civili dell’acqua

Fonti:

Edite, orali (importante contributo da Iolanda Da Deppo), web

Archivi:

-

Bibliografia:

AAVV, Musei etnografici del Veneto, Electa, Milano 1998
I. Da Deppo, E. Favero, L'acqua e le sue forme: lavatoi e fontane del Centro Cadore, Belluno, Provincia di Belluno, 2003
http://www.comune.sanvitodicadore.bl.it/web/sanvitocadore
www.vacanzedolomiti.com

Descrizione dell’opera/
sito/manufatto

La collezione etnografica è attualmente ubicata presso i locali dell'ex latteria, un edificio costruito nei primi anni del XIX secolo. Il museo accoglie qualche migliaio di reperti della cultura materiale, in particolare del mondo artigianale e contadino. Gli oggetti riguardano la trasformazione del latte, la lavorazione della lana, del legno e del ferro; la realizzazione di attrezzi e utensili domestici. Inoltre sono presenti attrezzature agricole di grandi dimensioni, quali i carri, mezzi e strumenti un tempo utilizzati dai pompieri volontari del luogo, e alcuni esemplari di sci e slitte appartenute a persone di San Vito. Ricca anche la testimonianza fotografica.
La guida, un appassionato cultore degli usi, costumi e tradizioni locali si chiama Cesare De Vido e abita poco distante.

Descrizione del contesto
di riferimento:

San Vito, che dista una decina di chilometri da Cortina, si trova lungo la valle del Boite, in una cornice di splendide vette dolomitiche. In particolare sono da segnalare le cime dell’Antelao con il suo ghiacciaio permanente, la Croda Marcora, il Sorapiss e il Pelmo.

Descrizione altre attrattive
(paesaggi e luoghi d’acqua,
prodotti tipici locali e servizi
turistici aggiuntivi)

I laghetti di Polentaia. In località Serdes (San Vito di Cadore), parte un sentiero che porta ai laghetti di Polentaia: sito di grande interesse naturalistico e paradiso della microfauna. Da qui si può godere del bellissimo panorama sul Pelmo e sulle Rocchette. Nelel vicinanze, è possibile visitare la segheria De Vido e il lanificio Pordon (siti 65 e 80)

Commenti/note

-

Compilatore della scheda

Francesca Barp