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Sito n. Descrizione Località file PDF
196 Borgo di Stramare Segusino  
Architetture Storico Artistiche (ASA) - Siti Etnografici (SE) (vedi scheda n. 89)  
 
Tipiche case a Stramare. Foto: Fondazione Benetton Studi Ricerche   Centro di Stramare. Foto: www.google.it

  • Dati identificativi
  • Struttura edilizia
  • Architettura interna
  • Stato di conservazione
  • Riferimenti
  • Descrizione

Nome dell’opera/manufatto

Borgo di Stramare

Tipo edilizio:

Serie di edifici che formano un borgo caratteristico delle Prealpi trevigiane

Localizzazione (Comune, Prov):

Località Stramare, Segusino, TV, Italia

Coordinate GIS:

Coordinate (tipologia Gauss Boaga): X: 1729514 - Y: 5091305

Anno di realizzazione:

Del borgo di Stramare si trova riscontro per la prima volta nella Kriegskarte (1798-1805) austriaca. Prima c’erano sicuramente degli edifici ma non venivano ancora indicati come borgo di Stramare, ma come abitanti sotto l’abitato di Milies. La chiesetta di San Valentino, molto particolare, è del XIX secolo.

Progettista:

Anonimo. Per la chiesetta un aneddoto la attribuisce ad un non identificato bellunese

Committenza:

Privata

Destinazione originaria:

Probabilmente i primi abitanti erano stati attirati dalla folta presenza di boschi e dalla grande disponibilità d’acqua.

Destinazione attuale:

Zona residenziale per la maggior parte seconde case

Accessibilità:

Libera

Contatto per la visita:

Non necessaria. Per visitare la chiesetta di San Valentino si consiglia di contattare il comune di Segusino al 0423/984444 per non rischiare di trovarla chiusa. In alternativa consultare il sito del Comune: www.comune.segusino.tv.it. Le case sono di proprietà privata.

Pianta

La chiesetta di San Valentino ha una navata circolare di circa quattro metri di diametro e un presbiterio rettangolare.

Tecnica Muraria

L’edificio si distingue per la forma insolita della navata a cilindro. Le pareti sono intonacate e sotto il tetto corre un piccolo cornicione in pietra.

Solai

Il soffitto è intonacato.

Coperture

Oggi il tetto è coperto da tegole in laterizio e sono state predisposte grondaie in rame e relativi pluviali di scarico delle acque meteoriche.

Pavimenti

Il pavimento ben conservato è ancora quello originale in pietra.

Scale

L’edificio ha un unico piano e non ha cripta.

Arredi interni

Al centro è collocata una tela ad olio raffigurante San Valentino nell’atto di guarire un affetto di epilessia, poiché nell’antichità il Santo era il protettore del mal caduco, cioè dell’epilessia. La tela non è datata nè autografata. Negli ultimi restauri sono emersi due dipinti nella navata. Probabilmente sotto l’intonaco ce ne sono altri due.

Decorazioni

La chiesa è molto sobria, e non presenta particolari decorazioni. Il portoncino originale è stato sostituito con una porta in legno.

Stato attuale:

Molte case conservano la tecnica costruttiva antica con la pietra a vista. Proprio per questo motivo il paese da Stramare esprime ancora un fascino antico, quello dei tipico dei borghi prealpini.

Restauri e compromissioni
significative:

Complessivamente si può osservare una certa attenzione per la conservazione del borgo nelle sue caratteristiche originarie. Questa caratteristica, che lo contraddistingue è forse da imputare al fatto che ormai nessuno lo abiti stabilmente e quindi certi interventi che hanno modificati altri paesi qui non hanno avuto ragione d’essere. Anche la chiesa è sostanzialmente ben conservata. Certamente un lavoro di restauro competente potrebbe restituire alla piccola chiesa un aspetto ancor più piacevole e unico.

Categoria/parole chiave

Panorama scenico / Tipologia edilizia caratteristica / Usi civili dell’acqua

Fonti:

Edite

Archivi:

Fondazione Benetton Studi Ricerche

Bibliografia:

Lio M., Stramare un borgo, un cognome, Libreria editrice Agorà, Feltre 2008

Descrizione dell’opera/
sito/manufatto

La prima particolarità di questo borgo è che il nome deriva dal cognome delle famiglie Stramare che abitavano il luogo e non viceversa come accade normalmente. Infatti la presenza di famiglie di cognome Stramare è attestata in zona già dal XVII secolo circa, mentre per trovare nelle cartografie il nome odierno della località bisogna aspettare il Catasto austriaco di inizio Ottocento. Ad oggi il piccolo villaggio non conta nessun residente fisso, ma solo vacanzieri o emigrati di ritorno che vivono questo incantevole paese come luogo di villeggiatura. Le case di Stramare sono caratterizzate da una muratura costituita da pietrame a spacco del luogo (biancone, calcare marnoso) i cui interstizi sono riempiti con lo scarto della lavorazione delle pietre e malta. Da notare come la posizionatura dei sassi sempre orizzontale sia una caratteristica delle abitazioni della zona, infatti anche a Segusino e Milies si usa la stessa tecnica, mentre già nella vicina Valdobbiadene le murature mostrano di tanto in tanto delle pietre poste in verticale. Solitamente i muri sono in pietra a vista oppure con intonaco grezzo spalmato radente alle pietre in modo da formare delle superfici omogenee. Le finestre sono piccole come anche le porte per mantenere meglio la temperatura interna delle case. Tutte queste caratteristiche seppur con piccole varianti si possono riscontrare nella maggior parte delle abitazioni delle Prealpi trevigiane e bellunesi. Oggi molte case conservano queste caratteristiche classiche almeno nelle pareti, mentre i tetti sono tutti modernamente coperti di coppi curvi in laterizio e le acque meteoriche debitamente convogliate in grondaie di rame. Nella chiesetta di San Valentino, dedicata al Santo che solo successivamente divenne protettore dei fidanzati, veniva officiata la messa solo il giorno della festa del 14 febbraio o in particolari occasioni. Gli abitanti di Stramare erano soliti frequentare la chiesa del paese e cioè Segusino.

Descrizione del contesto
di riferimento:

Probabilmente i primi abitanti furono richiamati in questa zona dalla particolare disponibilità d’acqua e dalle immense riserve di legname che il bosco poteva offrire. L’occupazione principale era quella di carbonari e boscaioli, solo successivamente gli abitanti divennero coltivatori e allevatori. Le comunità di Segusino e quella di Stramare furono caratterizzate e interessate dal fenomeno dell’emigrazione e la conseguenza fu quella di un graduale seppur costante abbandono delle località più impervie, giudicate sempre più scomode rispetto alle nuove abitudini della società moderna.

Descrizione altre attrattive
(paesaggi e luoghi d’acqua,
prodotti tipici locali e servizi
turistici aggiuntivi)

Da segnalare la fontana in pietra che si trova vicino alla chiesetta proveniente direttamente dalla Val di Non. Interessante è il gemellaggio con la cittadina messicana di Chipilo, una piccola località di 4000 abitanti, dove da oltre un secolo, si parla correntemente veneto, anzi per essere più precisi si parla un dialetto praticamente uguale a quello usato a Segusino, nel Trevigiano, cent'anni fa. La storia di questa emigrazione è legata a vicende del secolo scorso, e anche se molte parole sono cadute in disuso, due dialettologi come Mario Sartor e Flavia Ursini in "Cent'anni di emigrazione, una comunità veneta sugli altipiani del Messico” ne hanno tratto un libro.

Commenti/note

Per arrivare a Stramare si deve prendere la SS348 detta “Feltrina” e seguire le indicazioni per Feltre fino a trovare l’indicazione Segusino (all’altezza del chilometro 35 della SS348 17 chilometri prima di Feltre). Da Segusino si prende via San Valentino e la si percorre per circa due chilometri prima di arrivare a Stramare. Il borgo è sicuramente un luogo magico dove il tempo sembra si sia fermato. Per coloro che amano la tranquillità, l’edilizia tipica, le strutture architettoniche semplici e fare delle belle escursioni in luoghi suggestivi può rappresentare una tappa ideale trovandosi tra l’altro a pochi chilometri di distanza da Valdobbiadene e dalle colline del Cartizze, il famoso vino bianco della zona.
La domenica successiva al 14 febbraio in località Stramare c’è la "Sagra degli innamorati" organizzata dalla Banda Municipale.

Compilatore della scheda

Francesco Visentin / Massimo Rossi / Francesco Vallerani