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Sito n. Descrizione Località file PDF
96 Valle Piave tra Perarolo e Longarone Perarolo e Longarone  
Siti Interesse Naturalistico (SIN)    
   
  Veduta della Valle Piave tra Perarolo e Longarone. Foto: Panoramio  

  • Dati identificativi
  • Estensione sito
  • Qualità e valori
  • Stato di conservazione
  • Riferimenti
  • Descrizione

Nome del sito/manufatto

Valle Piave tra Perarolo e Longarone

Tipo sito:

Lungo il Piave, da Perarolo a Longarone si sviluppava un grande centro delle attività di falegnameria fino a pochi secoli fa, i grandi tronchi venivano lavorati e trasportati lungo le acque del fiume. Ora che le attività di lavorazione del legno si sono ridotte l’area è ritornata ad un buon livello di qualità ambientale. Il sito in particolare è un area eccezionale per la pesca. Ora che sono state costruite alcune varianti stradali, che riducono il volume del traffico veicolare, il luogo è molto più appartato e tranquillo e assume connotazioni di buona naturalità. Il fiume scorre pressoché indisturbato lungo la valle e ai suoi fianchi si sviluppano sui pendii delle splendide foreste che variano di composizione lungo il tragitto. Dove la pendenza è più elevata e le rocce non consentono l’instaurarsi di una vegetazione fitta troviamo dei tratti di roccia nuda o delle coperture vegetazionali composte da piante di minori dimensioni.

Localizzazione (Comune, Prov):

Il corso del Piave attraversa i comuni di Perarolo di Cadore, Ospitale di Cadore, Castellavazzo e Longarone, tutti siti in Provincia di Belluno, BL, Italia

Coordinate GIS:

Coordinate (tipologia Gauss Boaga): X: 1756472 - Y: 5136793 

Anno di realizzazione:

In alcuni tratti il Piave fa parte della zona a protezione speciale (ZPS) IT3230089 Dolomiti del Cadore e del Comelico 1996

Responsabile per la gestione:

Regione Veneto, comuni di Perarolo, Longarone, Ospitale di Cadore e Castellavazzo, Provincia di Belluno

Istituto di riferimento:

Regione Veneto Provincia di Belluno

Destinazione originaria:

Area di pertinenza fluviale del Demanio Idrico, in tempi antichi fu un importante idrovia commerciale

Destinazione attuale:

Zona protezione speciale (ZPS) del network Natura 2000 Dolomiti del Cadore e del Comelico  IT3230089
Vincolo paesaggistico per la presenza del fiume Piave e del bosco, secondo quanto previsto dal Decreto Legislativo 41/2004
L’ambito fluviale del Medio Corso del Piave nel quale rientra anche l’area è ambito naturalistico di livello regionale ai sensi dell’art. 19 del NTA

Accessibilità:

Arrivando da Venezia si segue la A27 fino all’uscita di Ponte nelle Alpi, poi ci si immette nella SS51 e la si percorre in direzione Longarone. Se si desidera percorrere tutto il percorso si procede fino Perarolo sempre lungo la SS51. Tutta la strada fiancheggia il corso del fiume, quindi è possibile anche fermarsi prima trovando ugualmente delle aree interessanti.

Contatto per la visita:

Libero accesso.

Superficie

Il percorso del Piave è lungo circa 17 km

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Qualità delle acque

Anche a fronte delle captazioni idriche a monte, la qualità delle acque è buona, si ritrova infatti una ricca ittiofauna.

Valori ambientali e
paesaggistici

Il paesaggio lungo il corso del Piave è caratterizzato principalmente dal letto ghiaioso del fiume, formato da greti subalpini a vegetazione erbacea. Il letto del fiume è costituito da tipi litologici ben definiti, si ha l’attuale alveo del Piave che continua a trasportare materiale sciolti e dove le esondazioni sono comuni, aree composte da materiale fine sedimentato recentemente ma stabilizzate dalla vegetazione, aree di deposito alluvionale granulari addensati a tessitura ghiaiosa, rocce compatte non erose dal fiume. Analizzando le forme geomorfologiche più comuni lungo il corso del fiume notiamo, orli di scarpata, canaloni di valanga, grandi aree con alvei in erosione laterale e coni alluvionali.
Sui versanti si incontrano soprattutto formazioni a Salice comune (Salix alba), invase da Robinia (Robinia pseudoacacia) con Pioppo nero (Populus nigra) e Carpino nero (Ostrya carpinifolia). Sono presenti anche nuclei più evoluti a Ontano bianco (Alnus incana) e Pino silvestre (Pinus sylvestris), accompagnati da Pino nero (Pinus nigra) e Pino mugo (Pinus mugo). La golena e l’ambito fluviale sono comunque la tipologia di ambiente dominante in quest’area interrotta solo da alcuni insediamenti urbani che comunque sono sempre di ridotte dimensioni.
La tipologia di ambiente favorisce la presenza di numerose specie di anfibi, certamente Rospo comune (Bufo bufo), Rana montana (Rana temporaria),. Tra i rettili, segnaliamo l’Orbettino (Anguis fragilis), la Lucertola muraiola (Podarcis muralis), la Natrice dal collare (Natrix natrix) e quella tassellata (Natrix tessellata), il Saettone (Elaphe longissima), il Biacco (Coluber viridiflavus); probabilmente l’area è occasionalmente frequentata anche dalla Vipera dal corno (Vipera ammodytes) che è una specie molto rara. L’elenco delle specie di uccelli che frequentano l’area è molto lungo, ne ricordiamo solo alcune: Airone cenerino (Ardea cinerea), Lucherino (Carduelis spinus), Ciuffolotto (Pyrrhula pyrrhula), Scricciolo (Troglodytes troglodytes), Cincia bigia (Parus palustris), Luì piccolo (Phylloscopus collybita), Capinera (Sylvia atricapilla), Pettirosso (Erithacus rubecula). I mammiferi che più frequentano l’area sono il Capriolo (Capreolus capreolus) e la Volpe (Vulpes vulpes), ma non mancano micromammiferi come Arvicola del Liechtenstein (Microtus liechtensteini), Topo selvatico (Apodemus sylvaticus), Topo selvatico a dorso striato (Apodemus agrarius), Arvicola campestre (Microtus arvalis).

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Stato attuale:

Buono

Restauri e compromissioni
significative:

Nessuna

Vulnerabilità:

A causa delle captazioni a monte, per uso idroelettrico, la portata è notevolmente impoverita. Altri rischi possono derivare da attività antropiche legate alla regimazione fluviale, agli scarichi abusivi e all’abbandono di rifiuti.

Categoria/parole chiave

Grave /Ecosistemi acquatici /Area protetta SIC /Alvei fluviali

Fonti:

Provincia di Belluno "Servizio Caccia e Pesca e Risorse Idriche", Regione Veneto

Archivi:

Biblioteca Civica di Belluno, Fondazione Angelini centro studi sulla montagna

Bibliografia:

ARPAV, Relazione annuale sulla qualità delle acque in provincia di Belluno
C. Lasen, C. Argenti, Piano Territoriale Provinciale della Provincia di Belluno:Progetto Biotopi
Il cammino delle Dolomiti, edizioni Kellermann, 2009
Formulario standard  IT3230089 Natura 2000
PAT Longarone
Sito Cadore,  www.cadore.com

Descrizione dell’opera/
sito/manufatto

Classico esempio di ambiente di grava di corso d’acqua montano, con substrato sciolto e vegetazione ripariale.
Il Piave scorre in un ambiente molto suggestivo, in una valle stretta, con dei versanti boscati di grande qualità ambientale e dotati di un notevole valore paesaggistico. Il percorso del fiume attraversa inoltre una serie di piccoli comuni molto interessanti da visitare.

Descrizione del contesto
di riferimento:

Il Piave in questo tratto scorre in un area di grande rilievo ambientale, si trova infatti circondato da zone protette e tutelate del network europeo di rete Natura 2000. Quasi tutto il tratto del fiume (tra Perarolo e Castellavazzo) fa parte del sito ZPS Dolomiti del Cadore e del Comelico, che si estende inoltre per 70.000 ettari sia alla destra che alla sinistra del fiume. Alla destra del Piave inoltre si sovrappone un ulteriore sito di interesse comunitario (SIC) Val Tovanella Bosconero. Nell’altro lato del fiume si estende invece l’area SIC Val Talagona - Gruppo Monte Cridola - Monte Duranno.
Considerando infine che nell’area finale del percorso ritroviamo alcuni interessanti biotopi tra Longarone e Ponte nelle Alpi, quali le risorgive del Piave e Val dei Frari, Casere Prome e Mantenere si intuisce facilmente l’importanza ambientale di quest’area. Ci troviamo infatti in una zona di collegamento tra importanti ecosistemi protetti che fornisce ulteriori habitat alla flora e alla fauna e che per questo motivo merita una grande considerazione e tutela ambientale.

Descrizione altre attrattive
(paesaggi e luoghi d’acqua,
prodotti tipici locali e servizi
turistici aggiuntivi)

Lungo il corso del Piave l’attività di principale interesse potrebbe essere la pesca, infatti la buona qualità dell’acqua e la ricchezza della fauna ittica consente una buona ragione per visitare questi luoghi. Ma anche per chi non è interessato alla pesca ci sono molti altri motivi per frequentare questi luoghi. La bellezza e l’importanza naturale di queste aree è evidente, e le vedute panoramiche sono molteplici, infatti è possibile praticare diverse escursioni. Anche la dotazione storica e culturale non è da meno. E’ possibile infatti visitare il sito archeologico altomedievale di Paluch di Davestra, il museo degli zattieri a Codissago, il museo della pietra e degli scalpellini di Castellavazzo. Castellavazzo, la Castrum Laebactium romana, fu famosa per le cave di pietra rosata.
Lungo la “via Romana”, che passava lungo il Piave si possono  ancora osservare, incisi nella pietra per brevi tratti, i solchi dove passavano i carri antichi.
A Ospitale si trova l’antica casa con bifora trecentesca: si trattava, probabilmente, dell’ospizio, vale a dire l’“ospedale”, che diede il nome al paese.
A sud di Termine è possibile visitare i resti del castello della Gardóna, con la torre dall’enigmatica pianta triangolare.
A Longarone infine c’è la chiesa monumentale progettata da Michelucci che ricorda le vittime della tragedia del Vajont. La diga del Vajont  inoltre è ben visibile da Longarone. Il 9 ottobre 1963 il crollo del monte Toc dentro il bacino artificiale provocò un’onda che distrusse Longarone e uccise duemila persone.

Commenti/note

È possibile migliorare la fruibilità dell’area per i visitatori

Compilatore della scheda

Mauro Nicoletti / Michele Cassol / Marco Abordi